Sig.ra Viviane L.

02/12/2022

Il Consiglio costituzionale è stato adito il 14 aprile 2010 dal Consiglio di Stato (decisione n° 329290 del 14 aprile 2010), nelle condizioni previste all’articolo 61-1 della Costituzione, di una questione prioritaria di costituzionalità posta dalla Sign.ra Viviane L. e portante sulla conformità ai diritti e libertà che la Costituzione garantisce :

 

- del primo e terzo comma dell’articolo L.114-5 del codice dell’azione sociale e delle famiglie,

 

- del 2 del paragrafo II dell’articolo 2 della legge n° 2005-102 dell’11 febbraio 2005 per l’uguaglianza dei diritti e delle opportunità, la partecipazione e la cittadinanza delle persone con handicap.

 

IL CONSIGLIO COSTITUZIONALE,

 

Vista la Costituzione ;

 

Vista l’ordinanza n° 58-1067 del 7 novembre 1958 modificata, portante legge organica sul Consiglio costituzionale  ;

 

Visto il codice dell’azione sociale e delle famiglie ;

 

Vista la legge n° 2002-303 del 4 marzo 2002 relativa ai diritti dei malati e alla qualità del sistema di salute ;

 

Vista la legge n° 2005-102 dell’11 febbraio 2005 per l’uguaglianza dei diritti e delle opportunità, la partecipazione e la cittadinanza delle persone con handicap ;

 

Vista la decisione n° 133238 del Consiglio di Stato del 14 febbraio 1997 ;

 

Vista la sentenza n° 99-13701 della Corte di cassazione del 17 novembre 2000 ;

 

Visto il regolamento del 4 febbraio 2010 sulla procedura seguita dinanzi al Consiglio costituzionale per le questioni prioritarie di costituzionalità ;

 

Viste le osservazioni prodotte dalla Sign.ra L. dalla SCP Lyon-Caen, Fabiani, Thiriez, avvocato al Consiglio di Stato e alla Corte di cassazione, registrate il 4 maggio 2010 ;

 

Viste le osservazioni prodotte dall’Assistenza pubblica degli ospedali di Parigi, dalla SCP Didier, Pinet, avvocato al Consiglio di Stato e alla Corte di cassazione, e dall’ avvocato Odent per la Cassa di previdenza e di pensione del personale della SNCF, che esercita al Consiglio di Stato e alla Corte di cassazione, registrate il 4 maggio 2010 ;

 

Viste le osservazioni prodotte dal Primo ministro, registrate il 4 maggio 2010 ;

 

Viste le nuove osservazioni prodotte dalla Sig.ra L.da parte della SCP Lyon-Caen, Fabiani, Thiriez, avvocato al Consiglio di Stato e alla Corte di cassazione, registrate il 12 maggio 2010 ;

 

Visti gli altri documenti prodotti e allegati al fascicolo ;

 

Sentiti l’avvocato Arnaud Lyon-Caen, per l’attrice, e l’avvocato Charles Touboul, designato dal Primo ministro, nel corso dell’udienza pubblica del 2 giugno 2010 ;

 

Sentito il relatore ;

 

1.Considerando che, ai sensi del paragrafo I dell’articolo 1° della legge del 4 marzo 2002 sopraindicata : “Nessuno puó avvalersi di un pregiudizio per il semplice fatto della sua nascita.

“La persona nata con un handicap, dovuto ad una colpa medica, puó ottenere la riparazione del suo pregiudizio qualora l’atto colpevole abbia provocato direttamente  o non abbia permesso di prendere le misure suscettibili di attenuarlo.

“Qualora la responsabilità di un professionista o di un ente sanitario sia ritenuta nei confronti dei genitori di un bambino nato con un handicap non rivelato durante la gravidanza a seguito di una colpa tipizzata, i genitori possono richiedere un’indennità sul fondamento del loro semplice pregiudizio. Questo pregiudizio non includerebbe le spese particolari derivanti, nel corso della vita del bambino, da quest’handicap. La compensazione di quest’ultimo spetta alla solidarietà nazionale.

“Le disposizioni del presente paragrafo I sono applicabili alle istanze in corso, ad eccezione di quelle in cui è stato irrevocabilmente statuito sul principio dell’indennizzo” ;

2. Considerando che i tre primi commi del paragrafo I dell’articolo 1° della legge del 4 marzo 2002 precitato sono stati codificati all’articolo L.114-5 del codice dell’azione sociale e delle famiglie dall’1 del paragrafo II dell’articolo 2 della legge dell’11 febbraio 2005 sopraindicata ; che il 2 di questo stesso paragrafo II ha ripreso l’ultimo comma del paragrafo I precitato adattando la sua redazione ;

 

- SUL PRIMO COMMA DELL’ARTICOLO L.114-5 DEL CODICE DELL’AZIONE SOCIALE E DELLE FAMIGLIE

3. Considerando che, secondo l’attrice, il divieto fatto al bambino di pretendere la riparazione di un pregiudizio per il fatto di essere nato, intaccherebbe il principio secondo il quale nessuno ha  diritto di nuocere ad un altro, un danno obbliga colui per la cui colpa si è verificato a ripararlo ; che questo divieto, che priva il bambino nato con handicap in seguito ad un errore di diagnosi prenatale, del diritto d’agire in responsabilità,  quando, invece, questo diritto puó essere esercitato da un bambino il cui handicap è stato direttamente causato dalla colpa medica, implicando una differenza di trattamento contraria alla Costituzione ;

 

4.  Considerando che, ai sensi dell’articolo 34 della Costituzione :  “La legge determina i principi fondamentali....del regime della proprietà, dei diritti reali e delle obbligazioni civili e commerciali” ; che è possibile, in ogni momento, per il legislatore, che disciplini nell’ambito della sua competenza, adottare disposizioni nuove di cui gli spetta valutare l’opportunità e modificare testi anteriori o abrogarli sostituendovi, all’occorrenza, altre disposizioni, dal momento che, nell’esercizio di questo potere, non priva di garanzie legali esigenze di carattere costituzionale ; che l’articolo 61-1 della Costituzione, alla maniera dell’articolo 61, non conferisce al Consiglio costituzionale un potere generale di valutazione e di decisione della stessa natura di quello del Parlamento ; che quest’articolo gli attribuisce solamente competenza per pronunciarsi sulla conformità di una disposizione legislativa ai diritti e libertà che la Costituzione garantisce ;

 

5.  Considerando che l’articolo 6 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 dispone che la legge “dev’essere la stessa per tutti, che protegga o che punisca” ; che il principio d’uguaglianza non si oppone né al fatto che il legislatore regoli in maniera diversa situazioni differenti, né al fatto che deroghi all’uguaglianza per ragioni d’interesse generale, purché, nell’uno e nell’altro caso, la differenza di trattamento che ne risulta sia in rapporto diretto con l’oggetto della legge che lo stabilisce ;

 

6.  Considerando, in primo luogo, che risulta dai termini dei due primi commi dell’articolo L. 114-5 del codice dell’azione sociale e delle famiglie che non si fa ostacolo al diritto del bambino di domandare riparazione ai professionisti ed enti sanitari  che, nel caso in cui la colpa invocata abbia per solo effetto di privare la madre della facoltà d’esercitare, in coscienza di causa, la libertà d’interrompere la sua gravidanza ; che questi professionisti ed enti restano tenuti a rispondere delle  conseguenze del loro atto colpevole in tutti gli altri casi ; che, successivamente, il primo comma dell’articolo L.114-5 non esonera i professionisti e gli enti sanitari da ogni responsabilità ;

 

7. Considerando, in secondo luogo, che in seguito alla sentenza della Corte di cassazione del 17 novembre 2000 sopraindicata, il legislatore ha ritenuto che, qualora la colpa del professionista o di un ente sanitario abbia avuto per solo effetto di privare la madre della facoltà di esercitare, in coscienza di causa, la libertà d’interrompere la gravidanza, il bambino non ha interesse legittimo a domandare la reparazione delle conseguenze di questa colpa ; che, cosí facendo, il legislatore non ha fatto che esercitare la competenza che gli riconosce la Costituzione, senza ledere il principio di responsabilità o il diritto ad un ricorso giurisdizionale ;

 

8. Considerando, in terzo luogo, che le disposizioni contestate non fanno ostacolo al diritto del bambino nato con un handicap di chiederne la reparazione che nei casi in cui la colpa invocata non sia all’origine di quest’handicap, che la differenza di trattamento istituita non viola, quindi, il principio d’uguaglianza ;

 

9. Considerando, di seguito, che i ricorsi in appello diretti contro il primo comma dell’articolo L.114-5del codice dell’azione sociale e delle famiglie devono essere rigettati ;

 

- SUL TERZO COMMA DELL’ARTICOLO L.114-5 DEL CODICE DELL’AZIONE SOCIALE E DELLE FAMIGLIE :

 

10. Considerando che, secondo l’attrice, l’esigenza di una colpa tipizzata affinché la responsabilità dei professionisti e degli enti sanitari sia ritenuta nei confronti dei genitori di un bambino nato con un handicap non rivelato durante la gravidanza, così come l’esclusione, per questi genitori, del diritto di reclamare la riparazione del pregiudizio corrispondente alle spese particolari derivanti da quest’handicap nel corso della vita, lederebbero il principio di responsabilità e, in pari misura, “il diritto a riparazione integrale del pregiudizio” ed ignorerebbero il principio d’uguaglianza ;

 

11. Considerando che, ai sensi dell’articolo 4 della Dichiarazione del 1789 : “La libertà consiste a poter fare tutto ció che non nuoce agli altri” ; che risulta da queste disposizioni che in principio, qualsiasi atto umano che causi un altrui danno obbliga colui per la cui colpa esso si è verificato a ripararlo ; che la facoltà d’agire in responsabilità mette in atto quest’esigenza costituzionale ; che, tuttavia, quest’ultima non fa ostacolo alla possibilità che il legislatore adatti, per un motivo d’interesse generale, le condizioni nelle quali puó essere ritenuta la responsabilità ;

che puó, cosí, per tale motivo, apportare a questo principio esclusioni o limitazioni, a condizione che non ne risulti una lesione disproporzionata ai diritti delle vittime d’atti colpevoli, cosí come al diritto ad un ricorso giurisdizionale effettivo nche deriva dall’articolo 16 della Dichiarazione del 1789 ;

 

- Per quanto riguarda l’esigenza di una colpa tipizzata :

 

12. Considerando che, subordinando all’esistenza di una colpa tipizzata la messa in atto della responsabilità di un professionista o di un ente sanitario nei confronti dei genitori di un bambino nato con un handicap non rivelato durante la gravidanza, il legislatore ha inteso prendere in considerazione, allo stato delle conoscenze e delle tecniche, le difficoltà inerenti alla diagnosi medica prenatale ; che, a questo fine, ha escluso che questa colpa possa essere presunta o dedotta da semplici supposizioni ;  che la nozione di “colpa tipizzata” non si confonde con quella di colpa grave ; che, di conseguenza, avuto riguardo all’obbiettivo perseguito, l’attenuazione apportata alle condizioni nelle quali la responsabilità di questi professionisti ed enti puó essere ritenuta non è sproporzionata ;

 

- Per quanto riguarda l’esclusione di certi pregiudizi :

 

13. Considerando, in primo luogo, che i professionisti e gli enti sanitari restano tenuti ad indennizzare i genitori dei pregiudizi, salvo quelli includenti le spese personali dovute, nel corso di tutta la vita del figlio, al suo handicap ; che, di conseguenza, il terzo comma dell’articolo L.114-5 del codice dell’azione sociale e delle famiglie non esonera i professionisti e gli enti sanitari  di salute da ogni responsabilità ;

 

14. Considerando, in secondo luogo, che risulta dai lavori parlamentari della legge del 4 marzo 2002 sopraindicata che le disposizioni criticate tendono a sottomettere la copertura di tutte le persone colpite da un handicap ad un regime che non istituisce distinzione nè in funzione delle condizioni tecniche nelle quali l’handicap puó essere rivelato prima della nascita, né in funzione della scelta che la madre avrebbe potuto fare in seguito a questa diagnosi ; che decidendo, cosí, che le spese personali  derivanti, nel corso di tutta la vita del bambino, dal suo handicap, non possono costituire un pregiudizio riparabile qualora la colpa invocata non sia all’origine dell’handicap, il legislatore ha tenuto conto delle condizioni etiche e sociali che dipendono dal suo solo giudizio ;

 

15. Considerando che le disposizioni criticate tendono a rispondere alle difficoltà incontrate dai professionisti e dagli enti sanitari per sottoscrivere un’assicurazione nelle condizioni economiche accettabili, tenuto conto del montante dell’indennità per il risarcimento dei danni concessa per riparare integralmente le conseguenze dell’handicap ; che, inoltre, il legislatore ha preso in conto, in modo particolare, le conseguenze sulle spese d’assicurazione di malattia dell’evoluzione del regime di responsabilità medica ; che queste disposizioni tendono, cosí, a garantire l’equilibrio finanziario e la buona organizzazione del sistema sanitario ;

 

16. Considerando, in terzo luogo, che i genitori possono ottenere l’indennizzo delle spese personali risultanti, nel corso di tutta la vita del figlio, dal suo handicap qualora la colpa abbia direttamente provocato quest’handicap, l’abbia aggravato o abbia impedito di attenuarlo ; che non possono ottenere un tale risarcimento qualora l’handicap non sia stato svelato prima della nascita in seguito ad un errore di diagnosi ; che la differenza istituita, quindi, tra i regimi di riparazione corrisponde ad una differenza relativa all’origine dell’handicap ;

 

17. Considerando, in quarto luogo, che il terzo comma dell’articolo L.114-5 del codice dell’azione sociale e delle famiglie prevede che la compensazione delle spese personali risultanti, nel corso di tutta la vita del figlio, dal suo handicap, sono di competenza della solidarietà nazionale ; che a questo fine, adottando la legge dell’11 febbraio 2005 sopraindicata, il legislatore ha inteso assicurare l’effettività del diritto alla compensazione delle conseguenze dell’handicap qualunque ne sia l’origine ; che ha, cosí, instaurato, nello specifico, la prestazione di compensazione che completa il regime d’aiuto sociale, composto di sussidi forfettari, da un dispositivo di compensazione per mezzo degli aiuti concessi in funzione dei bisogni della persona con handicap ;

 

18. Considerando che, in queste condizioni, la limitazione del pregiudizio indennizzabile stabilita dal legislatore non riveste un carattere sproporzionato, avuto riguardo agli scopi perseguiti ; che non è contraria né al principio di responsabilità, né al principio d’uguaglianza, né a qualsiasi altro diritto o libertà che la Costituzione garantisce ;

 

- SUL 2 DEL PARAGRAFO II DELL’ARTICOLO 2 DELLA LEGGE DELL’11 FEBBRAIO 2005 SOPRAINDICATA :

 

19. Considerando che, ai sensi del 2 del paragrafo II dell’articolo 2 della legge dell’11 febbraio 2005 sopraindicata : “Le disposizioni dell’articolo L.114-5 del codice dell’azione sociale e delle famiglie, come risulta dall’1 del presente II sono applicabili alle istanze in corso alla data d’entrata in vigore della legge n° 2002-303 del 4 marzo 2002 precitata, all’eccezione di quelle in cui è stato statuito irrevocabilmente sul principio dell’indennizzo” ;

 

20. Considerando che, secondo l’attrice, l’applicazione immediata di questo dispositivo “alle istanze in corso e di conseguenza ai fatti generatoti anteriori alla sua entrata in vigore” intacchi la sicurezza giuridica e la separazione dei poteri ;

 

21. Considerando che, ai sensi dell’articolo 16 della Dichiarazione del 1789 : “Ogni società nella quale la garanzia dei diritti non è assicurata, né determinata la separazione dei poteri, non ha in alcun modo una Costituzione” ;

 

22. Considerando di conseguenza che, se il legislatore puó modificare retroattivamente una regola di diritto o convalidare un atto amministrativo o di diritto privato, è a condizione di perseguire uno scopo d’interesse generale sufficiente e di rispettare tanto le decisioni di giustizia aventi forza di giudicato, quanto il principio di non-retroattività delle pene e delle sanzioni ; che, inoltre, l’atto modificato o convalidato non deve ignorare alcuna regola, né alcun principio di valore costituzionale, salvo il caso in cui lo scopo d’interesse generale enunciato sia esso stesso di valore costituzionale ; che, infine, la portata della modifica o della convalida debba essere rigidamente definita;

 

23. Considerando che il paragrafo I dell’articolo 1° della legge del 4 marzo 2002 sopraindicata è entrato in vigore il 7 marzo 2002 ; che il legislatore l’ha reso applicabile alle istanze non giudicate in maniera irrevocabile a questa data ; che queste disposizioni sono relative al diritto d’agire in giustizia del bambino nato con handicap, alle condizioni d’introduzione della responsabilità dei professionisti e degli enti sanitari, nei confronti dei genitori e, in ugual modo,  ai pregiudizi indennizzabili, quando si ritenga questa responsabilità, che, se i motivi d’interesse generale precitati potevano giustificare che le nuove regole fossero rese applicabili alle istanze a venire relative alle situazioni giuridiche nate anteriormente, non possono giustificare modifiche cosí importanti ai diritti delle persone che avevano, anteriormente a questa data, introdotto una procedura in vista d’ottenere la riparazione del loro pregiudizio ; che il 2 del paragrafo II dell’artiicolo 2 della legge dell’11 bfebbraio 2005 sopraindicata deve, quindi, essere dichiarato contrario alla Costituzione,

 

DECIDE :

 

Articolo 1°.- Il primo e terzo comma dell’articolo L. 114-5 del codice dell’azione sociale e delle famiglie sono conformi alla Costituzione.

 

Articolo 2.- Il 2 del paragrafo II dell’articolo 2 della legge n° 2005-102 dell’11 febbraio 2005 per l’uguaglianza dei diritti e delle opportunità, la partecipazione alla cittadinanza delle persone con handicap è contrario alla Costituzione.*

 

Articolo 3.- La presente decisione sarà pubblicata al Journal officiel della Repubblica francese e notificata nelle condizioni previste all’articolo 23-11 dell’ordinanza del 7 novembre 1958 di cui sopra.

 

Deliberato dal Consiglio costituzionale nella seduta del 10 giugno 2010, a cui partecipavano : M. jean-Louis DEBRÉ, Presidente, Sig.ri Jacques BARROT, Michel CHARASSE, Jacques CHIRAC, Renaud DENOIX de SAINT MARC, Sig.ra Jacqueline de GUILLENCHMIDT, Sign.ri Hubert HAENEL e Pierre STEINMETZ.

 

Reso pubblico l’11 giugno 2010.